Antonio Pacini - "Un Poeta Astratto"

La via dell'astrazione di Antonio Pacini è pittura di sentimento,
un sentimento esplicito e compresso che quando esplode improvvisamente
origina quel caleidoscopio di colori che illuminano le sue opere, caratterizzate da una
incontenibile emotività, espressioni di sentimenti ed emozioni che appaiono sulla tela
attraverso il cromatismo, la luce e il movimento spontaneo delle curve e delle linee.

I titoli delle opere sono il percorso sentimentale che il nostro occhio deve fare
per poter entrare nello spirito dell'opera stessa: "Festa in maschera 4", per esempio,
ricorda gli acquarelli di Kandinsky e le foreste tropicali di Matta";
"Le vie del pensiero" sono un groviglio di colore in continua mutazione;
"Madre e Figlio" dove la figurazione è appena accennata; "Apparente Caos",
dove le lettere dall'alfabeto sono intrecciate tra loro in un improbabile dialogo;
"L'attesa", che farebbe invidia al miglior Poliakoff.

Le ultime opere di Antonio Pacini sono sfavillanti di fuoco interiore, impregnate di
musica cristallina e ogni sfumatura di colore è in grado di produrre un proprio effetto
(vedi "Calici e Calici", un'opera che avrebbe voluto dipingere Giacomo Balla)
e risvegliare un'analoga vibrazione nell'animo del fruitore.

Gli studi di questo poeta astratto sulle forme, colori e i loro significati simbolici
si intuiscono in ogni dipinto.
Antonio Pacini ci spiega con le sue opere che la pittura non è solo tecnica e colore
ma è sempre più un'idea, un concetto, come quello di elaborare gli acquarelli
e di trasformarli in opere di varie dimensioni e mai uguali all'originale
e che diventano il "cosmo" energetico e dinamico di questo originale artista.

Provocatorio, a volte ironico, mai banale, Antonio Pacini parte dall'idea per produrre arte
(la pittura moderna è ancora figlia di Duchamp),
arte come espressione dello spirito e della comunicazione.

Ecco come la riproduzione, negli acquarelli di Pacini, diventa creazione e opera unica,
estensione di un'idea gettata sul foglio di carta.
Il risultato diventa un gioco continuo in cui ogni cosa rappresenta
quello che effettivamente è o, al limite, non è nessuna di esse.
Le forme e i colori non scaturiscono più dal pennello, dall'acqua e dal pigmento colorante,
ma il tutto è ingerito per essere rigettato e frantumato sulla tela
e che arriva direttamente dal cuore, che diventa il diario dei suoi sentimenti
(una pittura totalmente autobiografica).

La poetica atmosfera delle opere di Antonio Pacini
diventa inquietudine e turbamento di chi le guarda.


Eraldo Di Vita




“ ... gli ultimi lavori permettono di individuare le due componenti fondamentali di Pacini:
da una parte l’aspetto legato alla manualità, il piacere della creazione non mediata
da ingombranti mezzi tecnici, ricerca di una dimensione espressiva libera e felice;
dall’altra, la pesantezza e la difficoltà esecutiva dei procedimenti legati al computer,
che ha però la funzione fondamentale di indagare nel tessuto più profondo del
materiale pittorico
fino a raggiungere le sue strutture elementari,
di permettere una discesa attraverso gli strati geologici dell’opera,
di mostrare la luminosità interna della materia.”


Diego Granato